Storia erotica – In controllo

erotic story

È la tua fantasia giocare con un uovo vibrante? Consegnare il telecomando e mettersi in balia di un aneder? Allora questa storia è perfetta per te.

Storia erotica – In controllo

Il giorno che avrebbe cambiato tutto iniziò in modo relativamente normale. Le previsioni davano pioggia. Marina aveva un vestito per mano, che provava alternandoli davanti allo lo specchio nella sua camera da letto. Quello rosso era audace e un po’ sgargiante. Quello nero era sobrio, ma sexy, e così scelse quello nero. Il suo telefono emise un breve bip, indicando che aveva un appuntamento tra un’ora. Arrivare in ritardo non era qualcosa che faceva parte di Marina. Aveva scelto lei stessa il luogo. La sua regola era che un appuntamento si svolgesse in un luogo pubblico, dove ci sarebbe stato un traffico medio – quindi avrebbe potuto facilmente chiamare i soccorsi – ma non così affollato da non potersi capire.

Questa mattina aveva già fatto benzina, quindi non avrebbe avuto ulteriori ritardi. Certo, avrebbe potuto prendere il treno, ma non voleva rischiare di ritardare. E anche se pensava che Martin avrebbe pagato il conto, si era assicurata di avere abbastanza soldi con sé. La sua borsa era piccola, ma conteneva un kit di sopravvivenza completo. Il rossetto ed il mascara, erano accompagnati da una fiala di lubrificante, tre preservativi e una bomboletta di spray al peperoncino (il suo Piano B).

Le amiche di Marina hanno sempre scherzato sul fatto che lei elaborasse prima ogni decisione, grande o piccola, in un diagramma di flusso ed in una mappa mentale, in modo da poter soppesare attentamente tutte le variabili. No, non puoi accusare Marina di farsi fantasie. Era il tipo di donna che si rifaceva il letto mentre ci stava ancora sdraiata sopra ed aveva una lista che includeva tutte le liste che teneva. Stava andando troppo oltre per Marina, definita una maniaca del controllo. Il fatto che i vestiti nel suo armadio fossero appesi per colore era solo per renderli più facili da trovare. Questo spaventava un pó alcune persone ma dava a Marina uno strano senso di benessere.

Aveva bisogno di qualcuno che fosse abbastanza forte da contraddirla e che ogni tanto potesse convolare a nozze per lei. Marina non era molto d’accordo. E così le sue amiche le avevano fatto un regalo.

“Mari”, avevano detto, “se pensi davvero di non essere una maniaca del controllo, allora dimostralo.”

Era in perfetto orario, mentre faceva marcia indietro con la macchina nel parcheggio e tirava il freno a mano. Dal pacco regalo delle sue amiche, Marina tiró fuori un oggetto che somigliava di più a un Barbapapà. Era morbido e piacevole al tatto. Le sue guance arrossirono mentre si rendeva conto di ciò che aveva ricevuto dalle amiche. Per un momento esitò, ma ora era oltre il suo onore fare marcia indietro. Con un po’ di lubrificante preso dalla sua borsa (“vedi” era il suo motto), la cosa a forma di palla scivolò facilmente in posizione, come se fosse un tampone. Dentro di sé, Marina ridacchiò. Il regalo aveva in dotazione un telecomando, che rispondeva al movimento. Se lo teneva storto cominciava a vibrare e se lo scuoteva attivava uno schema, che provocava un piccolo stridio insopprimibile.

In altre circostanze, il suo sorriso avrebbe potuto rassicurarla. Ma ora non si poteva tornare indietro. E così Marina si avvicinò a Martin a passo svelto e con il braccio teso. Decisa, gli afferrò la mano e la tirò verso di sé per salutarlo con tre baci sulla guancia. Solo quando lei gli lasciò la mano, Martin si accorse con sorpresa che vi aveva lasciato dentro il piccolo telecomando rotondo. Con una certa sorpresa, girò l’oggetto sul proprio asse, lo guardò da tutti i lati e lo scosse con curiosità. Ci volle solo un momento prima che iniziasse a capire la connessione tra i suoi movimenti ed il gorgoglio del suo appuntamento.

Marina si morse il labbro. Per la prima volta nella sua vita, aveva letteralmente rinunciato al controllo. E la pioggia prevista non sarebbe stata l’unica causa di umidità quella sera.

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